
Steam: è giusto usare le vpn per risparmiare sui giochi?
- 85% delle vendite di Thunder Lotus Games proveniva da altri paesi.
- Valve limita il cambio regione a una volta ogni 3 mesi.
- Nel 2017 la Commissione Europea contestò a Valve pratiche scorrette.
La questione dei prezzi regionali infiamma il mercato pc
Nel panorama dei videogiochi del 2025, la piattaforma Steam è ancora una volta al centro di un acceso confronto sulle politiche di determinazione dei prezzi per area geografica. Questa pratica, nata per rendere più accessibili i giochi nei mercati con diverse disponibilità economiche, si è trasformata in una vera e propria “guerra” tra giocatori, con effetti diretti sui creatori di videogiochi e sull’onestà del mercato PC. Il problema principale è la differenza di costo dei giochi tra le varie zone del mondo. Un titolo venduto a 60 euro in Europa, ad esempio, può essere offerto a un prezzo equivalente di 30 euro in Argentina. Questa differenza, invece di favorire un accesso paritario ai videogiochi, ha incoraggiato un comportamento scorretto ma comune: l’uso di VPN (Virtual Private Network) per fingere di essere in un altro luogo e approfittare dei prezzi più bassi. L’inchiesta analizza a fondo le conseguenze di questi comportamenti per i giocatori, gli editori e l’industria videoludica nel suo complesso.
Il fenomeno è tutt’altro che trascurabile. Secondo alcune ricerche, un numero notevole di utenti utilizza le VPN per aggirare le restrizioni geografiche e comprare giochi a prezzi inferiori, sbilanciando così il mercato e causando perdite economiche agli sviluppatori. Un caso significativo è quello di Thunder Lotus Games, uno studio indipendente famoso per l’apprezzato Spiritfarer, che ha segnalato come l’85% delle vendite registrate in Argentina e Turchia proveniva, in realtà, da giocatori residenti in altri paesi. Di fronte a questa situazione, la software house ha scelto di applicare un prezzo uguale in tutto il mondo, danneggiando di fatto i consumatori che vivono veramente nelle aree geografiche con tariffe agevolate. La questione solleva domande importanti sul ruolo di Valve, la società proprietaria di Steam, e sull’efficacia delle misure adottate per contrastare queste pratiche illegali. Se da un lato Steam ha introdotto limiti come il cambio di regione consentito solo una volta ogni tre mesi e la richiesta di un sistema di pagamento registrato nel paese di acquisto, dall’altro queste restrizioni sembrano insufficienti per fermare l’uso delle VPN.
Le critiche rivolte a Valve riguardano soprattutto la presunta mancanza di controlli più severi e la difficoltà di individuare e punire gli utenti che ricorrono alle VPN per evitare i prezzi regionali. Molti accusano l’azienda di non proteggere a sufficienza gli sviluppatori, i cui guadagni vengono ridotti da questi comportamenti sleali. Un altro argomento delicato è quello dei mercati secondari, piattaforme online che propongono codici di gioco a prezzi più bassi rispetto a Steam. Queste chiavi, spesso provenienti da zone con costi inferiori o da rivenditori non autorizzati, alimentano un mercato parallelo che sfugge al controllo di Valve e degli sviluppatori. Comprare chiavi di gioco da questi canali non ufficiali comporta rischi importanti, come la possibilità di ottenere chiavi non valide o annullate, oltre a sostenere indirettamente attività illecite che danneggiano l’industria videoludica.
La complessità del problema richiede una soluzione ben strutturata e condivisa. Da un lato, Valve dovrebbe aumentare i controlli sull’uso delle VPN e sui mercati secondari, mettendo in atto sistemi di verifica più efficaci e punizioni più severe per chi non rispetta le regole. Dall’altro, è necessario un confronto costruttivo tra Valve, gli sviluppatori e i giocatori per trovare un sistema di prezzi più giusto e trasparente, che tenga conto delle diverse situazioni economiche senza penalizzare troppo i consumatori onesti. Tra le possibili soluzioni, si potrebbe valutare l’introduzione di sistemi di verifica dell’identità più accurati o la creazione di “zone regionali” più vaste, con prezzi uguali all’interno di un determinato territorio.
Nel 2017, la Commissione Europea contestò a Valve e ad altri cinque editori di aver messo in atto pratiche commerciali scorrette tramite il blocco geografico all’interno dei 28 paesi dell’Unione. Tale impedimento precludeva ai giocatori l’accesso a prezzi più vantaggiosi in specifici mercati europei, poiché i codici gioco acquistati in tal modo non potevano essere usati su un account registrato in una nazione differente da quella dell’acquisto. *L’attenzione della Commissione si concentrò su Valve, Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax.* Per presentare le proprie ragioni alla Commissione e ai rappresentanti dell’Antitrust dei paesi dell’Unione, la società provò ad ottenere un’udienza a porte chiuse. Le sanzioni economiche inflitte dalla Commissione Europea possono arrivare fino al 10% del fatturato totale delle aziende condannate. Questa battaglia legale dimostra la complessità della questione dei prezzi regionali e la necessità di trovare un compromesso tra le esigenze delle aziende e la tutela dei consumatori.

L’impatto sui piccoli sviluppatori e le alternative di prezzatura
L’ondata di acquisti tramite VPN non solo incide sui ricavi delle grandi aziende, ma colpisce duramente soprattutto i piccoli sviluppatori indipendenti. Questi studi, spesso con risorse limitate, dipendono fortemente dalle vendite per sostenere i costi di sviluppo e finanziare progetti futuri. La pratica di aggirare i prezzi regionali, quindi, può mettere a rischio la loro stessa sopravvivenza. Di fronte a questa situazione, alcuni sviluppatori hanno iniziato a sperimentare modelli di prezzatura alternativi. Una strategia consiste nell’offrire sconti e promozioni mirate ai giocatori residenti nelle regioni con prezzi più bassi, anziché abbassare i prezzi di listino per tutti. Questo approccio consente di mantenere un certo equilibrio tra l’accessibilità e la redditività. Un’altra opzione è quella di creare versioni speciali dei giochi, con contenuti o funzionalità ridotte, appositamente pensate per i mercati emergenti. Queste versioni, vendute a un prezzo inferiore, possono rappresentare un’alternativa valida per i giocatori che non possono permettersi la versione completa. Tuttavia, è importante che queste versioni “lite” non penalizzino eccessivamente l’esperienza di gioco, altrimenti rischiano di alienare i consumatori. Alcuni sviluppatori, infine, hanno scelto di abbandonare completamente il sistema dei prezzi regionali, optando per un prezzo unico a livello globale. Questa soluzione, se da un lato semplifica la gestione dei prezzi, dall’altro rischia di escludere i giocatori residenti nei paesi con economie più deboli.
Un altro aspetto da considerare è l’impatto delle politiche di rimborso di Steam. Se da un lato la possibilità di ottenere un rimborso entro 14 giorni dall’acquisto e con meno di due ore di gioco rappresenta una garanzia per i consumatori, dall’altro può essere sfruttata in modo improprio per “testare” i giochi e poi richiederne il rimborso, senza effettivamente acquistarli. Questo fenomeno, seppur marginale, può incidere negativamente sulle vendite degli sviluppatori. Inoltre, le politiche di rimborso di Steam possono creare problemi in caso di acquisti tramite VPN. Se un giocatore acquista un gioco utilizzando una VPN e poi richiede il rimborso, Steam potrebbe rifiutare la richiesta o bloccare l’account, in quanto l’acquisto è stato effettuato violando le condizioni d’uso della piattaforma. La questione dei prezzi regionali, quindi, si intreccia con altri aspetti del funzionamento di Steam, creando un quadro complesso e in continua evoluzione.
La crescente popolarità dei servizi di abbonamento, come Xbox Game Pass, rappresenta un’ulteriore sfida per Steam. Questi servizi, offrendo un catalogo di giochi a fronte di un canone mensile, possono rappresentare un’alternativa più conveniente per i giocatori, soprattutto per coloro che non acquistano molti giochi. Tuttavia, è importante sottolineare che i servizi di abbonamento non sono esenti da critiche. Alcuni sviluppatori, ad esempio, lamentano che i ricavi derivanti dagli abbonamenti sono inferiori a quelli derivanti dalle vendite dirette. Inoltre, la presenza di un gioco su un servizio di abbonamento può incidere negativamente sulle sue vendite su Steam. La competizione tra Steam e i servizi di abbonamento, quindi, è destinata a intensificarsi nei prossimi anni, con possibili ripercussioni sulle politiche di prezzi e sulla distribuzione dei giochi.
Inoltre, è necessario considerare l’evoluzione delle valute digitali e delle tecnologie blockchain. Alcune piattaforme stanno sperimentando l’utilizzo di criptovalute per semplificare i pagamenti transfrontalieri e ridurre i costi di transazione. Altre, invece, stanno esplorando la possibilità di utilizzare la blockchain per creare sistemi di proprietà digitale dei giochi, che consentano ai giocatori di rivendere i propri giochi usati. Queste tecnologie, se da un lato possono rappresentare un’opportunità per innovare il mercato dei videogiochi, dall’altro sollevano interrogativi importanti sulla sicurezza, la privacy e la regolamentazione. L’adozione di queste tecnologie, quindi, richiederà un approccio cauto e ponderato, al fine di evitare rischi e sfruttare appieno i benefici potenziali.
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- 👎 Assurdo difendere chi usa VPN, danneggia... ...
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Il ruolo di valve e le contromisure adottate
Di fronte all’escalation del fenomeno delle VPN, Valve ha cercato di rafforzare le proprie difese, introducendo una serie di contromisure volte a limitare l’accesso ai prezzi regionali agevolati. Tra queste, spicca la già citata limitazione del cambio di regione dell’account a una sola volta ogni tre mesi, una misura pensata per scoraggiare gli utenti che simulano frequentemente una localizzazione diversa per approfittare delle offerte più convenienti. Un’altra strategia adottata da Valve consiste nel richiedere un metodo di pagamento registrato nel paese di acquisto, un ostacolo in più per chi utilizza VPN per eludere le restrizioni geografiche. Tuttavia, queste misure non sembrano essere sufficienti per arginare il problema. Molti utenti, infatti, riescono ancora a trovare modi per aggirare le restrizioni, ad esempio utilizzando carte di credito virtuali o servizi di pagamento online che consentono di simulare una localizzazione diversa. Inoltre, le contromisure adottate da Valve possono penalizzare involontariamente i giocatori onesti, ad esempio coloro che viaggiano frequentemente per lavoro o per studio e che hanno bisogno di accedere ai propri giochi da paesi diversi. La questione solleva un interrogativo importante: come trovare un equilibrio tra la necessità di contrastare le pratiche scorrette e la tutela dei consumatori onesti?
Un altro aspetto da considerare è il ruolo dei publisher. Alcuni publisher, infatti, hanno scelto di non aderire al sistema dei prezzi regionali di Steam, optando per un prezzo unico a livello globale. Questa scelta, se da un lato semplifica la gestione dei prezzi, dall’altro può rendere i propri giochi meno accessibili ai giocatori residenti nei paesi con economie più deboli. Altri publisher, invece, hanno deciso di implementare sistemi di verifica dell’identità più stringenti, ad esempio richiedendo la scansione di un documento d’identità o l’utilizzo di un numero di telefono verificato. Queste misure, se da un lato possono ridurre il rischio di frodi, dall’altro sollevano preoccupazioni sulla privacy dei giocatori. La questione dei prezzi regionali, quindi, non riguarda solo Valve, ma coinvolge l’intera filiera dell’industria videoludica. La ricerca di un equilibrio tra le esigenze dei publisher e la tutela dei consumatori è un processo complesso e in continua evoluzione.
Inoltre, è necessario considerare l’impatto delle politiche fiscali dei diversi paesi. Alcuni paesi, infatti, applicano un’IVA più elevata sui prodotti digitali, rendendo i giochi più costosi per i consumatori. Altri, invece, offrono incentivi fiscali agli sviluppatori di videogiochi, favorendo la produzione locale. Queste differenze fiscali possono incidere significativamente sui prezzi dei giochi e sulla competitività delle diverse piattaforme. La questione dei prezzi regionali, quindi, si intreccia con le politiche economiche e fiscali dei diversi paesi, creando un quadro ancora più complesso.
Infine, è importante sottolineare che la questione dei prezzi regionali non riguarda solo Steam, ma anche altre piattaforme di distribuzione digitale, come GOG, Epic Games Store e Microsoft Store. Ognuna di queste piattaforme adotta politiche di prezzi diverse, creando un mercato frammentato e in continua evoluzione. La competizione tra le diverse piattaforme, quindi, può portare a vantaggi per i consumatori, ad esempio prezzi più bassi o promozioni più frequenti. Tuttavia, è importante che questa competizione avvenga in modo leale e trasparente, senza danneggiare gli sviluppatori o i consumatori. La tutela della concorrenza e la trasparenza dei prezzi sono elementi fondamentali per garantire un mercato dei videogiochi sano e sostenibile.
Analisi dell’impatto delle vpn e dei mercati grigi
L’utilizzo delle VPN per aggirare i prezzi regionali non è una pratica priva di conseguenze. Oltre a danneggiare gli sviluppatori, questa condotta può comportare rischi per gli stessi giocatori. Innanzitutto, l’utilizzo di una VPN può violare i termini di servizio di Steam, con il rischio di vedersi sospendere o bannare l’account. In secondo luogo, alcune VPN gratuite o a basso costo possono essere poco sicure, esponendo i dati personali dei giocatori a rischi di hacking o furto d’identità. Infine, l’acquisto di giochi tramite VPN può comportare problemi in caso di assistenza clienti o richieste di rimborso, in quanto Steam potrebbe rifiutare di fornire supporto per acquisti effettuati violando le condizioni d’uso della piattaforma. La questione della sicurezza e della privacy è un aspetto fondamentale da considerare quando si parla di VPN e prezzi regionali. I giocatori dovrebbero essere consapevoli dei rischi a cui si espongono e scegliere VPN affidabili e sicure, evitando quelle gratuite o a basso costo che promettono miracoli. Inoltre, è importante leggere attentamente i termini di servizio di Steam e delle VPN, per evitare di violare le regole e incorrere in sanzioni.
Altro tema spinoso è quello dei mercati grigi, piattaforme online che offrono chiavi di gioco a prezzi inferiori rispetto a Steam. Questi mercati, spesso provenienti da regioni con costi più bassi o da rivenditori non autorizzati, alimentano un mercato parallelo che sfugge al controllo di Valve e degli sviluppatori. L’acquisto di chiavi di gioco da questi canali non ufficiali comporta rischi significativi, tra cui la possibilità di ottenere chiavi non valide o revocate, oltre a sostenere indirettamente attività illegali che danneggiano l’industria videoludica. Alcuni mercati grigi, infatti, sono accusati di vendere chiavi di gioco ottenute tramite frodi o furti, danneggiando sia gli sviluppatori che i consumatori. Inoltre, l’acquisto di chiavi di gioco da questi canali può comportare problemi in caso di assistenza clienti o richieste di rimborso, in quanto Steam potrebbe rifiutare di fornire supporto per chiavi acquistate al di fuori dei canali ufficiali. La questione della legalità e dell’affidabilità dei mercati grigi è un aspetto fondamentale da considerare quando si parla di prezzi regionali. I giocatori dovrebbero essere consapevoli dei rischi a cui si espongono e acquistare chiavi di gioco solo da rivenditori autorizzati e affidabili, evitando offerte troppo allettanti che potrebbero nascondere truffe o attività illegali.
La proliferazione delle VPN e dei mercati grigi è un sintomo di un problema più ampio: la mancanza di un sistema di prezzi equo e trasparente nel mercato dei videogiochi. Le disparità di prezzo tra le diverse regioni, spesso ingiustificate, spingono i giocatori a cercare alternative per risparmiare, anche a costo di violare le regole o esporsi a rischi. La soluzione, quindi, non è solo quella di reprimere le pratiche scorrette, ma anche quella di creare un sistema di prezzi più equo e accessibile, che tenga conto delle diverse realtà economiche dei consumatori. Questo potrebbe significare, ad esempio, l’introduzione di prezzi differenziati in base al reddito medio dei paesi, o la creazione di “zone regionali” più ampie, con prezzi uniformi all’interno di un determinato territorio. La ricerca di un equilibrio tra le esigenze degli sviluppatori e la tutela dei consumatori è un processo complesso e in continua evoluzione, che richiede un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti.
Inoltre, è necessario considerare l’impatto delle politiche di distribuzione dei giochi. Alcuni publisher, infatti, scelgono di distribuire i propri giochi solo in determinate regioni, escludendo altri mercati. Questa scelta può essere motivata da ragioni economiche, legali o culturali, ma può anche creare frustrazione nei giocatori che non possono accedere ai propri giochi preferiti. La questione della disponibilità dei giochi è un aspetto fondamentale da considerare quando si parla di prezzi regionali. I giocatori dovrebbero avere la possibilità di acquistare i giochi che desiderano, indipendentemente dalla loro posizione geografica. La creazione di un mercato globale e accessibile è un obiettivo ambizioso, ma necessario per garantire un futuro sostenibile all’industria videoludica.
I nostri consigli
La questione dei prezzi regionali su Steam è un argomento complesso e pieno di sfaccettature, che coinvolge interessi diversi e spesso contrastanti. La nostra analisi ha cercato di fornire una panoramica completa della situazione, evidenziando i problemi, le sfide e le possibili soluzioni. Tuttavia, è importante sottolineare che non esiste una risposta univoca e definitiva a questa questione. La ricerca di un equilibrio tra le esigenze degli sviluppatori, la tutela dei consumatori e la sostenibilità del mercato è un processo continuo e in evoluzione, che richiede un dialogo aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti. Solo così sarà possibile garantire un futuro prospero e accessibile per l’industria videoludica.
Per i gamer occasionali, il nostro consiglio è quello di evitare l’utilizzo di VPN e di mercati grigi, preferendo l’acquisto di giochi da rivenditori autorizzati e affidabili. In questo modo, si contribuisce a sostenere gli sviluppatori e a evitare rischi per la propria sicurezza e privacy. Inoltre, è importante leggere attentamente i termini di servizio di Steam e delle altre piattaforme, per evitare di violare le regole e incorrere in sanzioni. Se si desidera risparmiare, si possono sfruttare le promozioni e gli sconti offerti da Steam e dagli altri rivenditori, o valutare l’iscrizione a un servizio di abbonamento come Xbox Game Pass. Per i gamer esperti, invece, il nostro consiglio è quello di informarsi e approfondire la questione dei prezzi regionali, per comprendere meglio le dinamiche del mercato e le conseguenze delle proprie scelte. Inoltre, si può partecipare attivamente al dibattito, esprimendo la propria opinione e proponendo soluzioni per migliorare il sistema. Infine, è importante sostenere gli sviluppatori indipendenti, acquistando i loro giochi direttamente o contribuendo alle loro campagne di crowdfunding.
La questione dei prezzi regionali su Steam ci invita a riflettere sul valore dei videogiochi e sul loro ruolo nella nostra società. I videogiochi sono una forma d’arte, un mezzo di espressione, un’esperienza culturale. Come tali, meritano di essere accessibili a tutti, indipendentemente dalla propria posizione geografica o dalla propria condizione economica. La ricerca di un sistema di prezzi equo e trasparente è un passo fondamentale per garantire questo accesso e per valorizzare il contributo degli sviluppatori, che con il loro talento e la loro passione creano mondi virtuali in grado di emozionarci, intratterci e farci riflettere. Che ne pensi, hai mai comprato giochi sfruttando i prezzi regionali?