Larian Studios e l’AI: opportunità o minaccia per i creativi?

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) nel mondo dello sviluppo dei videogiochi è diventato un argomento di acceso dibattito, specialmente dopo che Larian Studios, nota per il successo planetario di Baldur’s Gate 3, ha annunciato il suo prossimo progetto, Divinity. La discussione si è intensificata quando è emerso che Larian sta sperimentando l’AI generativa come strumento di supporto al team di sviluppo.

L’AI come strumento di supporto, non di sostituzione

Il CEO di Larian, Swen Vincke, ha chiarito che l’AI viene utilizzata per esplorare idee, sviluppare concept art iniziali, redigere testi provvisori e migliorare le presentazioni interne. *Tuttavia, ha sottolineato che nessun contenuto generato dall’AI sarà presente nella versione finale di Divinity**. Questa precisazione è fondamentale, poiché mira a rassicurare i fan e l’industria sul fatto che Larian non intende sostituire il lavoro umano con l’AI, ma piuttosto potenziarlo.

Vincke ha ribadito che il team di Larian è in crescita, con un aumento del numero di concept artist, scrittori e narratori. L’azienda sta attivamente formando team di scrittura, assumendo attori per le performance di voice-over e ampliando il team di traduttori. In particolare, Larian conta ben 23 concept artist e continua a cercare nuovi talenti.

Reazioni contrastanti e chiarimenti

Nonostante le rassicurazioni di Vincke, l’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni membri della comunità di gioco e ex dipendenti di Larian hanno espresso preoccupazione e disappunto. Un’ex environment artist di Baldur’s Gate 3 ha dichiarato di aver amato lavorare presso Larian “fino all’avvento dell’AI”, esortando l’azienda a riconsiderare la sua direzione.

In risposta alle critiche, Vincke ha precisato che Larian non sta “spingendo forte” sull’AI né sostituendo i concept artist con essa. Ha spiegato che l’AI viene utilizzata per esplorare riferimenti, in modo simile a come si utilizzano Google e i libri d’arte. Nelle prime fasi di ideazione, l’AI viene impiegata per creare bozze di composizione, che vengono poi sostituite con concept art originali realizzate dagli artisti.

Michael Douse, publishing director di Larian, ha aggiunto che l’obiettivo è migliorare i flussi di lavoro individuali, non peggiorarli. Larian mira a creare giochi migliori che non contengano contenuti generati dall’AI, in un settore in cui molti sviluppatori stanno integrando l’AI nei loro processi produttivi.

L’importanza del tocco umano

Vincke ha sottolineato che Larian assume creativi per il loro talento, non per la loro capacità di fare ciò che una macchina suggerisce. L’azienda crede fermamente che siano le persone a fare la differenza e sta investendo pesantemente nel team e nel tocco umano. L’automazione, secondo Vincke, dovrebbe liberare i lavoratori umani per concentrarsi sugli aspetti più creativi e gratificanti del loro lavoro.

Burhan Zamri, associate producer presso Larian Studios, ha espresso la sua ferma opposizione all’utilizzo dell’AI nel voice-over. Ha sottolineato che anche i ruoli minori sono importanti per supportare i performer e offrire loro opportunità di crescita professionale. Zamri ha citato l’esempio di Jennifer English, che ha iniziato doppiando un semplice tesoro in Divinity: Original Sin 2 e ora è una voce affermata nel settore.

Divinity: un RPG senza compromessi

Vincke ha descritto il nuovo Divinity* come “Larian senza freni”, confermando che sarà un RPG a turni. L’azienda sta puntando a ridurre i tempi di sviluppo rispetto a Baldur’s Gate 3, utilizzando l’AI come uno dei possibili strumenti, ma anche sviluppando le quest e le storyline in parallelo anziché linearmente.

La decisione di Larian di esplorare l’AI generativa riflette una tendenza più ampia nel settore dei videogiochi, in cui le aziende cercano di ottimizzare i processi di sviluppo e migliorare la produttività. Tuttavia, è fondamentale che l’utilizzo dell’AI sia guidato da principi etici e che non comprometta la creatività e il lavoro umano.

I nostri consigli

La discussione sull’uso dell’AI nello sviluppo dei videogiochi è complessa e sfaccettata. Da un lato, l’AI può offrire strumenti potenti per accelerare i processi creativi e migliorare la qualità dei giochi. Dall’altro, è importante considerare l’impatto sull’occupazione e sulla creatività umana.

Per i gamer occasionali, il consiglio è di non lasciarsi influenzare troppo dalle polemiche e di valutare i giochi in base alla loro qualità e al divertimento che offrono. Se un gioco è ben fatto e coinvolgente, non importa se sono stati utilizzati strumenti di AI per la sua creazione.
Per i gamer esperti, il consiglio è di approfondire la conoscenza delle tecnologie di AI e di come vengono utilizzate nello sviluppo dei videogiochi. Comprendere i vantaggi e i rischi dell’AI può aiutare a formarsi un’opinione informata e a sostenere le aziende che utilizzano l’AI in modo responsabile.
In definitiva, il futuro dell’AI nel gaming dipenderà dalla capacità dell’industria di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e valorizzazione del talento umano. La discussione è aperta e il dibattito è destinato a continuare.