
Gaming del futuro: siamo pronti per il metaverso di Kojima?
- Kojima interroga sulla connessione e il suo costo nell'era digitale.
 - Il cloud gaming democratizza l'accesso, ma richiede connessioni stabili.
 - PlayStation VR2: vendite sotto le aspettative e supporto limitato.
 - Meta, Microsoft e Sony investono nel metaverso con approcci differenti.
 - Death Stranding promuove la connessione tra i giocatori.
 
Hideo Kojima, figura di spicco nel mondo dei videogiochi, ha acceso i riflettori su un futuro del gaming che va oltre la mera potenza dell’hardware durante la sua recente apparizione a Lucca Comics & Games nel novembre 2025. La sua visione, incentrata sulla connessione umana e sull’interazione sociale potenziata dalla tecnologia, delinea un’esperienza di gioco immersiva e condivisa, un vero e proprio “Metaverso” alla Kojima. L’eco delle sue parole risuona con forza nell’industria, sollevando interrogativi cruciali sulla fattibilità di tale visione e sulla preparazione del pubblico a un cambiamento così profondo. Kojima, da decenni, interroga la condizione umana attraverso il medium videoludico, trasformando ogni progetto in una riflessione sul nostro tempo. Death Stranding, uscito nel 2019, anticipava l’importanza della connessione in un mondo sull’orlo del collasso, un tema divenuto tragicamente attuale con la pandemia. A Lucca, accompagnato dal suo storico collaboratore Yoji Shinkawa, ha ripreso questi concetti, svelando nuove riflessioni su arte, tecnologia e responsabilità.
Kojima ha posto l’accento su una domanda fondamentale: “Cosa comporta quella connessione? Qual è il costo della fitta rete di relazioni che abbiamo intessuto?“. Ha evidenziato il contrasto tra le promesse utopiche di internet e la realtà distorta dei social media, dove l’anonimato favorisce comportamenti irresponsabili. Per Kojima, la connessione non è un atto neutro, ma un imperativo morale, un legame che richiede cura e attenzione costanti. Il suo intervento a Lucca ha fatto luce su come la pandemia abbia trasformato la nostra percezione della socialità, evidenziando i rischi di una dipendenza eccessiva dalla tecnologia. In questo contesto, Death Stranding 2 si preannuncia come un’opera dirompente, che mette in discussione il futuro della connessione nell’era della sorveglianza globale. Kojima non teme la tecnologia, ma ne analizza le contraddizioni, invitandoci a riflettere sulla nostra libertà nell’era digitale.

TOREPLACE=Hideo Kojima, Yoji Shinkawa, cloud gaming servers, VR headsets, AR glasses. Hideo Kojima is depicted as a digital messiah with binary code halo, Yoji Shinkawa is sketching concept art with a futuristic pen, cloud gaming servers are glowing in the background, VR headsets and AR glasses are scattered around. Style: Illustrative, Cyberpunk, Futuristic.
Tecnologie abilitanti: il triangolo cloud, Vr/Ar e Ia
La visione di Kojima si fonda su tre pilastri tecnologici: il cloud gaming, la realtà virtuale/aumentata (Vr/Ar) e l’intelligenza artificiale (Ia). Il cloud gaming, con piattaforme come Xbox Cloud Gaming e Nvidia GeForce Now, rappresenta un’opportunità per superare le limitazioni dell’hardware, democratizzando l’accesso a esperienze di gioco di alta qualità. Tuttavia, permangono delle sfide infrastrutturali, legate alla necessità di connessioni internet stabili e performanti. La realtà virtuale e aumentata, con dispositivi come PlayStation VR2 e i visori XR di Sony, promette di trasportare i giocatori in mondi immersivi e interattivi. Nonostante i progressi compiuti, la Vr/Ar deve ancora affrontare alcune criticità, tra cui il costo elevato dei dispositivi, il motion sickness e la mancanza di contenuti realmente coinvolgenti. L’intelligenza artificiale, infine, gioca un ruolo fondamentale nella creazione di ambienti virtuali dinamici e reattivi, capaci di adattarsi alle azioni dei giocatori e di offrire esperienze personalizzate. L’Ia può essere utilizzata per generare contenuti procedurali, per controllare il comportamento dei personaggi non giocanti (Png) e per creare narrazioni interattive.
Il PlayStation VR2, purtroppo, sembra non aver incontrato il favore del pubblico, sollevando dubbi sul futuro della realtà virtuale nel gaming. Le vendite del dispositivo sono al di sotto delle aspettative e il supporto da parte degli sviluppatori, sia first-party che third-party, appare limitato. Tra i pochi titoli che sfruttano appieno le potenzialità del PSVR2 spiccano Gran Turismo 7 e Resident Evil Village, ma il catalogo rimane ancora troppo esiguo per giustificare l’acquisto del visore. Sony ha tentato di rilanciare il PSVR2 rendendolo compatibile con il PC e abbassando il prezzo, ma queste iniziative non hanno sortito gli effetti sperati. Il futuro del PSVR2 appare incerto, e molti si chiedono se Sony continuerà a investire in questa tecnologia. L’adozione di massa della VR nel gaming è ancora lontana, e sarà necessario superare numerosi ostacoli per raggiungere questo obiettivo.
- Kojima visionario come sempre, ma siamo davvero pronti? 🤔......
 - Metaverso di Kojima? Un'utopia irrealizzabile, troppe incognite... 😡...
 - E se il vero metaverso fosse già tra noi? 🤯 Death Stranding......
 
Il metaverso di kojima contro le attuali implementazioni
È essenziale tracciare una linea di demarcazione tra la visione di Kojima e le attuali implementazioni del metaverso, spesso oggetto di critiche per la loro frammentazione e la mancanza di una vera e propria coesione sociale. Aziende del calibro di Meta, Microsoft e Sony stanno investendo ingenti risorse nel metaverso, ma con approcci differenti e obiettivi specifici. Meta, con Horizon Worlds, punta a creare un mondo virtuale immersivo in cui gli utenti possono interagire, socializzare e svolgere diverse attività. Microsoft, con l’acquisizione di Activision Blizzard, mira a integrare i videogiochi nel metaverso, offrendo esperienze di gioco innovative e coinvolgenti. Sony, dal canto suo, esplora il metaverso con PlayStation, concentrandosi sulla creazione di esperienze di intrattenimento interattive e personalizzate.
Kojima sembra prediligere un approccio più organico e incentrato sulla connessione umana, piuttosto che su una mera replica digitale del mondo fisico. La sua visione si discosta dalle ambizioni di Meta, che punta a creare un mondo virtuale parallelo, e si avvicina maggiormente all’approccio di Microsoft, che mira a integrare il gaming nel metaverso. Tuttavia, Kojima sembra voler andare oltre, creando un’esperienza di gioco che trascenda i confini del virtuale e si estenda al mondo reale. Phil Spencer, capo della divisione Xbox di Microsoft, ha espresso dubbi sull’effettiva utilità dei metaversi attuali per i giocatori, sottolineando l’importanza di un ecosistema che metta al centro le esigenze degli utenti e dei creatori di contenuti. Spencer ha citato Minecraft come esempio di un ecosistema creativo aperto e orientato ai giocatori, evidenziando i rischi di un metaverso centralizzato e controllato dalle grandi aziende tecnologiche. La sfida del metaverso è quella di creare un’esperienza che sia realmente utile e significativa per gli utenti, evitando di trasformarsi in un mero strumento di marketing o in una piattaforma di sorveglianza.
I nostri consigli
Il futuro del gaming, secondo Kojima, risiede nella capacità di creare esperienze che favoriscano la connessione umana e la condivisione di emozioni. Ma come possiamo, da giocatori, prepararci a questa evoluzione? Per i gamer occasionali, il consiglio è di sperimentare giochi che pongono l’accento sulla cooperazione e sulla narrazione condivisa. Death Stranding, nonostante le sue critiche iniziali, rappresenta un ottimo esempio di come un videogioco possa promuovere la connessione tra i giocatori. Per i gamer esperti, invece, la sfida è quella di esplorare le potenzialità della Vr/Ar, partecipando attivamente alla creazione di contenuti e contribuendo allo sviluppo di nuove esperienze immersive. Le mod e i tool di sviluppo offerti da alcuni videogiochi possono rappresentare un’opportunità per sperimentare nuove forme di narrazione interattiva e per creare mondi virtuali personalizzati.
In definitiva, la visione di Kojima ci invita a riflettere sul ruolo del gaming nella nostra società e sul potenziale della tecnologia per creare connessioni significative. Che si tratti di un gamer occasionale o di un appassionato esperto, ognuno di noi può contribuire a plasmare il futuro del gaming, rendendolo un’esperienza più umana, coinvolgente e condivisa.
	






