Sopravvivi o muori: la spietata sfida di Escape from Tarkov ti cambierà per sempre

Dopo un decennio di sviluppo, Escape From Tarkov raggiunge la versione 1.0 e approda su Steam, ma la sua difficoltà estrema continua a dividere la community. Scopriamo come questo extraction shooter hardcore sta ridefinendo il genere.

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  • 8 anni: Escape From Tarkov ha plasmato il genere extraction shooter.
  • 50 milioni: installazioni di Contract Wars, base per EFT.
  • Solo il 2-3% potrà fuggire da Tarkov nella versione finale.

Un’Odissea nel Genere Extraction Shooter

Otto anni dopo il suo debutto, Escape From Tarkov (EFT) si erge come un monumento nel panorama dei videogiochi, avendo plasmato il genere degli “extraction shooter”. Nato dall’ingegno di Battlestate Games, con influenze da DayZ e simulatori militari come Arma, EFT ha codificato un sottogenere che oggi domina il mondo degli sparatutto multiplayer. L’essenza del gioco risiede nelle zone di estrazione, quei rifugi angusti che rappresentano sia l’obiettivo che l’unica via di salvezza. Raggiungere queste zone, imbracciare il fucile e attendere il conto alla rovescia, significa vivere in prima persona la tensione, il dramma e la potenza emotiva che caratterizzano EFT.

Nonostante la concorrenza agguerrita, EFT si distingue per le conseguenze implacabili che ogni decisione comporta. La morte è rapida, gli avversari letali. Sopravvivere a uno scontro a fuoco, recuperare provviste e raggiungere l’uscita con ferite e difficoltà è già una vittoria. EFT non è solo un “looter shooter”, ma un’esperienza di sopravvivenza estrema, dove ogni oggetto, dalla medicazione alla torcia, assume un valore inestimabile. Battlestate Games ha creato una metafora brutale della precarietà della realtà.

Dalla Beta al Lancio: EFT 1.0 e le Sfide Future

Dopo oltre un decennio di sviluppo, Escape From Tarkov ha raggiunto la versione 1.0, segnando il debutto della modalità Storia completa e l’attesissimo approdo su Steam. Questo traguardo rappresenta una sorta di conclusione per il gioco, ma anche un nuovo inizio. L’approdo su Steam apre le porte a un pubblico più ampio, potenzialmente disorientato dalla difficoltà e dalla complessità di EFT. Battlestate Games si trova di fronte a un bivio: rendere il gioco più accessibile senza comprometterne l’identità e il successo.

La difficoltà, il realismo e l’opacità delle meccaniche di gioco sono elementi fondamentali dell’esperienza di EFT. Ogni piccola vittoria è una conquista, proprio perché il gioco è spietato. Ammorbidire troppo il gioco significherebbe snaturarlo. La versione 1.0 rappresenta quindi un momento cruciale per EFT e per il suo creatore, Nikita Buyanov, co-fondatore, co-proprietario e CEO di Battlestate Games. Buyanov è diventato il volto, il portavoce e il punto di riferimento per la community di EFT.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un gioco che punisce l'errore! 🏆......
  • Troppo hardcore, non adatto a tutti. 😡......
  • E se Tarkov fosse una metafora della vita? 🤔......

Nikita Buyanov: L’Anima di Tarkov tra Visione e Critiche

Prima di diventare una “personalità di Internet”, Buyanov ha imparato a sviluppare videogiochi creando mod per Half-Life e The Elder Scrolls IV: Oblivion. Il suo primo gioco, Street Wars, un tactical shooter con un sistema di abilità e inventario a slot, ha gettato le basi per EFT. Nel 2010, con il lancio di Contract Wars, uno sparatutto multiplayer, la storia di Escape From Tarkov ha iniziato a prendere forma.

Contract Wars è stato un successo enorme, con circa 50 milioni di installazioni su tutte le piattaforme. Buyanov ha fondato AbsolutSoft con l’intenzione di creare un remake parziale del gioco, Contract Wars 2.0, ma aveva ambizioni più grandi. Ispirato dall’esperienza di aver perso una nave spaziale acquistata con denaro reale in Eve Online, Buyanov ha concepito un nuovo tipo di FPS hardcore, in cui i giocatori rischiavano di perdere tutto ciò che possedevano. L’idea dell’estrazione è nata da lì.

Buyanov ha lasciato AbsolutSoft, ha fondato Battlestate e ha iniziato a creare il team per realizzare la sua visione. I primi mesi di sviluppo sono stati intensi, ma EFT ha avuto un ottimo slancio fin dall’inizio. Buyanov voleva creare un gioco per sé e per un pubblico di nicchia, senza l’ambizione di raggiungere il successo di massa. Il primo livello di EFT è stato Factory, un ambiente angusto e oscuro ricavato da Contract Ops. La prima vera mappa, creata appositamente per EFT, è stata Customs, un banco di prova per le meccaniche e i sistemi fondamentali del gioco.

Buyanov è molto esigente con i suoi collaboratori. L’artista principale di ogni location deve essere un giocatore di Tarkov, per comprendere appieno le emozioni e le dinamiche di gioco. L’obiettivo è creare un gioco multiplayer con la cura dei dettagli di un gioco singleplayer. Il mondo di Tarkov è paragonabile alla Zona di STALKER 2 o alle aree urbane di Fallout 4. Le mappe di Tarkov riflettono la tensione tra realismo e accessibilità, tra la visione originale di Buyanov e le esigenze del mercato.

La Community di EFT: Un Campo di Battaglia tra Hardcore e Casual

La community di EFT è estremamente polarizzata. Da un lato, ci sono i giocatori hardcore, veterani del gioco fin dal 2017, che desiderano un’esperienza il più possibile punitiva. Dall’altro, c’è il resto del pubblico, attratto dalla struttura degli extraction shooter ma intimorito dalla difficoltà di Tarkov. La natura del gunplay e delle meccaniche di EFT alimenta costantemente il conflitto tra queste due fazioni. Ogni arma è definita da decine di parametri invisibili, e anche una piccola modifica può sconvolgere l’ecosistema del gioco.

“E poi ci sono i cheater”, sottolinea Buyanov. “Se un’arma ha molti parametri, i creatori di cheat hanno molte opzioni per modificarli. È incredibilmente difficile rendere questo gioco giocabile. Penso che sia un miracolo che ci siamo riusciti, con questa complessità”. All’inizio dello sviluppo, Battlestate contava circa 40 sviluppatori. Ora sono 400. Ma quando le cose vanno male, è sempre Buyanov a esporsi in prima persona. A volte riesce a placare gli animi, altre volte le controversie si amplificano.

Nel 2024, Battlestate ha rilasciato una versione extra-premium di Tarkov chiamata The Unheard, che garantiva l’accesso a una nuova modalità PvE permanente. I possessori della versione Edge Of Darkness, che costava 150 dollari, si sono sentiti traditi, in quanto questa edizione prometteva l’accesso a “tutti i DLC successivi”. Buyanov ha offerto loro un accesso temporaneo alla modalità PvE, ma dopo 24 ore e oltre 6.000 commenti negativi, Battlestate ha deciso di concedere a tutti i possessori di Edge Of Darkness la modalità PvE gratuita e permanente.

Buyanov si sente in dovere di essere in prima linea. “Penso che sia una cosa positiva per Battlestate. Vedono che sono il leader, la punta di diamante. Abbiamo creato il gioco per unire le persone. Ma poi litigano. Giocano per sfogare la pressione, per odiare il gioco e per odiare me. Forse è questa l’essenza di Tarkov. Non è un progetto di gaming. Non è qualcosa di divertente. È un progetto sociale che combina tutto questo”. A volte, però, Buyanov fatica a mantenere la calma. “A volte mi fanno uscire dai gangheri e mi chiedo: ‘Perché diavolo dovrei continuare a fare EFT?’. Lo sento fisicamente. Mi sento male senza motivo. Penso: ‘Forse molte persone non sono contente dell’ultima patch ed è per questo che mi sento così’. Ma poi andiamo alle conferenze e molte persone vogliono solo salutarmi e fare una foto con me. So che questo è il mio ruolo”.

Quando si inventa un nuovo genere, ognuno ha la propria interpretazione di come dovrebbe essere. Il tira e molla tra i giocatori di Escape From Tarkov è emblematico di questa fase di crescita e del processo di definizione dell’identità del gioco. Anche dopo un decennio, Buyanov non è mai certo del successo di EFT e delle decisioni prese da Battlestate. “Sono sempre stato infelice e lo sono ancora”, ammette. “Anche se raggiungiamo qualcosa, mi preoccupo sempre: ‘Bene, ora succederà qualcosa di brutto'”.

Buyanov ammette di sentirsi esausto e di non provare più lo stesso entusiasmo per le personalizzazioni delle armi e le meccaniche di combattimento ultra-difficili. “Per alcuni anni ho pensato: ‘Oh, è un gioco così innovativo'”, dice. “Ma gli anni passano. A volte mi trovo nella posizione in cui non voglio fare assolutamente nulla. Non sviluppare giochi. Non fare niente. Voglio solo stare lì sdraiato per dieci anni. Non ho vissuto la mia vita durante la produzione. Ho iniziato a sentirmi come se fossi bloccato a sviluppare EFT per sempre”.

Ora che l’era della beta di Escape From Tarkov è finita, sembra che anche Buyanov sia giunto a un punto di svolta. Parla di voler fare altri tipi di lavoro e accenna a progetti futuri al di fuori del mondo dei videogiochi. Ma quando si parla di extraction shooter rivali e della possibilità che EFT perda il suo primato, Buyanov si anima di nuovo. “Abbiamo creato il genere”, afferma. “Ci sono aziende che cercano di copiarci, e non so perché, perché siamo qui da dieci anni. Di solito, non capiscono il senso di un extraction shooter. Pensano che se prendi il concetto e lo rendi più casual, attirerai più giocatori. E non dimenticano di sputarci addosso: ‘Il prossimo Tarkov killer’. Perché? Siamo tutti qui per fare del bene. Fai un gioco. È un buon extraction shooter. Bene per te. Perché devi dire queste cose su di noi?”.

Nonostante la concorrenza, le critiche della community e le sue ansie personali, Buyanov è più che mai determinato a realizzare la sua visione originale con la versione 1.0 e la modalità storia. Che la versione completa di Tarkov abbia successo o meno su Steam, sarà comunque realizzata secondo i suoi principi e quelli di Battlestate. “Abbiamo raddoppiato tutto ciò che ci rende ciò che siamo”, afferma. “Cose rischiose. Cose costose. Sto condividendo tutte le mie carte, tutti i miei principi, e sta a voi scegliere se giocare. Solo il due o il tre per cento delle persone sarà effettivamente in grado di fuggire da Tarkov. Fondamentalmente, sto dicendo: ‘Ragazzi, non sarete in grado di completare il gioco, mi dispiace’. Voglio che sia trattato come un risultato. Sto persino pensando di creare una sorta di albo delle persone che sono fuggite da Tarkov”.
“E se le persone lo recensiscono negativamente, non mi importa. Vogliamo solo dire: ‘Ragazzi, ce l’abbiamo fatta. Questo è Escape From Tarkov senza il badge della beta. Questo è quello che abbiamo cucinato per voi per dieci anni'”.

I nostri consigli

Escape From Tarkov è un gioco che non perdona, dove la morte è frequente e spesso ingiusta. Richiede un impegno totale e la volontà di imparare meccaniche complesse. Se siete giocatori occasionali, il nostro consiglio è di approcciare il gioco con pazienza e umiltà. Non aspettatevi di vincere subito, ma concentratevi sull’apprendimento delle basi e sulla comprensione delle dinamiche di gioco.

Per i giocatori più esperti, Escape From Tarkov offre infinite possibilità di sperimentazione e personalizzazione. Approfondite la conoscenza delle armi, delle munizioni e delle tattiche di combattimento. Esplorate le mappe e scoprite i punti di interesse e le vie di fuga. Collaborate con altri giocatori e create un team affiatato. Ricordate, la chiave del successo in Escape From Tarkov è la conoscenza, la strategia e la capacità di adattarsi alle situazioni impreviste.

In definitiva, Escape From Tarkov è un’esperienza unica e stimolante, che mette alla prova i limiti dei giocatori e li spinge a superare le proprie paure. Che siate giocatori occasionali o veterani del genere, vi invitiamo a riflettere sul significato del rischio e della ricompensa, sulla fragilità della vita e sulla forza della determinazione. Escape From Tarkov non è solo un gioco, ma un viaggio interiore alla scoperta di sé stessi.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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