
Star Wars Outlaws: sparirà per sempre la tua copia fisica?
- Ubisoft userà una key card invece del disco per Star Wars Outlaws.
- I data center consumano energia come un frigo acceso per 1 giorno.
- Il diritto di rivendita dei giochi fisici è a rischio.
Il dilemma del supporto fisico nell’era digitale
La strategia di Ubisoft con Star Wars Outlaws
La prossima uscita di Star Wars Outlaws sta suscitando grande attesa tra i fan della saga stellare. Tuttavia, una controversa decisione di Ubisoft ha acceso un dibattito significativo all’interno della comunità di gaming: la versione fisica del gioco non includerà un disco, ma bensì una semplice key card, un codice digitale necessario per scaricare il gioco. Questa scelta, che può sembrare di poco conto, apre in realtà un vaso di Pandora di interrogativi sul futuro del supporto fisico, sull’impatto ambientale dell’industria videoludica e sui diritti dei consumatori nell’era digitale. La decisione di Ubisoft di distribuire Star Wars Outlaws tramite key card ha scatenato un’ondata di reazioni contrastanti. Da un lato, alcuni giocatori hanno espresso preoccupazione per il futuro del collezionismo e della proprietà fisica dei giochi, mentre dall’altro altri hanno accolto con favore la transizione verso un modello di distribuzione più snello e sostenibile. La compagnia francese sembra voler spingere con forza verso un futuro in cui il possesso di copie fisiche dei videogiochi diventerà un ricordo del passato. Tale strategia si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato dalla crescente popolarità dei download digitali e dei servizi in abbonamento, come Xbox Game Pass e PlayStation Plus. Questi ultimi offrono agli utenti la possibilità di accedere a un vasto catalogo di titoli pagando una quota mensile, senza la necessità di acquistare singolarmente ogni gioco. La scelta di Ubisoft potrebbe essere interpretata come un tentativo di allinearsi a questa tendenza, offrendo ai giocatori un’esperienza di gioco più immediata e accessibile. Tuttavia, è importante considerare anche le implicazioni di questa strategia per i consumatori e per l’industria videoludica nel suo complesso. La scomparsa del supporto fisico potrebbe avere un impatto negativo sul mercato dell’usato, privando i giocatori della possibilità di rivendere i giochi che non desiderano più. Inoltre, la dipendenza dalle piattaforme digitali potrebbe rendere i giochi vulnerabili alla censura e alla rimozione, limitando la libertà di scelta dei consumatori. Il dibattito è aperto e le implicazioni sono ancora incerte.
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L’impatto ambientale del gaming: fisico contro digitale
La discussione sull’impatto ambientale dell’industria videoludica si fa sempre più pressante, con un crescente numero di studi e ricerche che cercano di quantificare l’effetto dei nostri hobby preferiti sul pianeta. Tradizionalmente, l’attenzione si è concentrata sulla produzione e la distribuzione dei supporti fisici, come dischi e cartucce, che richiedono l’utilizzo di materiali plastici e processi energivori. Tuttavia, con la transizione verso il digitale, è emerso un nuovo insieme di preoccupazioni legate al consumo energetico dei server, dei data center e delle infrastrutture di rete necessarie per scaricare e giocare ai titoli in formato digitale. La produzione di un singolo disco di gioco, comprensivo di custodia e materiale promozionale, genera una quantità non trascurabile di emissioni di gas serra. Queste emissioni sono dovute all’estrazione delle materie prime, alla fabbricazione dei componenti, all’assemblaggio del prodotto finale e al trasporto verso i negozi. Sebbene l’impatto di un singolo disco possa sembrare modesto, il volume complessivo di copie vendute ogni anno moltiplica significativamente l’effetto sull’ambiente. D’altra parte, anche il download digitale presenta delle criticità dal punto di vista ambientale. I data center, che ospitano i server che distribuiscono i giochi, richiedono enormi quantità di energia per funzionare e mantenere una temperatura adeguata. Il consumo energetico di questi impianti contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra, soprattutto se l’energia proviene da fonti non rinnovabili. Inoltre, il download di un gioco richiede una connessione internet attiva, che a sua volta consuma energia. Più grande è il gioco, maggiore è la quantità di dati da trasferire e, di conseguenza, maggiore è il consumo energetico. Per fare un esempio pratico, scaricare un gioco di grandi dimensioni, come Red Dead Redemption 2, può richiedere diverse ore e consumare una quantità di energia paragonabile a quella necessaria per far funzionare un frigorifero per un giorno intero. Un ulteriore aspetto da considerare è l’impatto ambientale legato alla produzione e allo smaltimento dei dispositivi elettronici utilizzati per giocare, come console, PC e smartphone. Questi dispositivi contengono materiali rari e preziosi, come oro, argento e platino, la cui estrazione e lavorazione comportano un elevato impatto ambientale. Inoltre, lo smaltimento improprio di questi dispositivi può causare la contaminazione del suolo e delle acque, a causa della presenza di sostanze tossiche come piombo, mercurio e cadmio. Il futuro del gaming sostenibile passa attraverso l’adozione di pratiche più responsabili da parte di tutti gli attori coinvolti, dai produttori ai consumatori.

Diritti dei consumatori e preservazione dei giochi
La progressiva transizione verso un modello di distribuzione digitale dei videogiochi solleva importanti questioni relative ai diritti dei consumatori e alla preservazione del patrimonio videoludico. In un’era in cui i giochi vengono sempre più spesso acquistati e scaricati online, la proprietà fisica dei supporti sta diventando un concetto obsoleto. Questo cambiamento di paradigma ha implicazioni significative per i giocatori, che si trovano a dover rinunciare a una serie di diritti tradizionalmente associati al possesso di un bene materiale. Uno dei diritti più importanti che rischia di essere compromesso è quello della rivendita. Quando si acquista un gioco in formato fisico, si ha la possibilità di rivenderlo ad altri giocatori, recuperando parte del denaro speso. Questo non è possibile con i giochi digitali, che sono legati all’account dell’acquirente e non possono essere trasferiti ad altri utenti. La perdita del diritto di rivendita limita la libertà di scelta dei consumatori e riduce il valore dei loro acquisti. Un altro diritto fondamentale che viene messo in discussione è quello della cessione. Quando si possiede un gioco in formato fisico, si ha la possibilità di prestarlo ad amici e familiari, condividendo l’esperienza di gioco con altre persone. Anche questo non è possibile con i giochi digitali, che sono accessibili solo all’acquirente originale. La perdita del diritto di cessione limita la socialità e la condivisione all’interno della comunità di gaming. Inoltre, la dipendenza dalle piattaforme digitali solleva preoccupazioni in merito alla preservazione dei giochi nel lungo termine. Le piattaforme digitali sono soggette a cambiamenti di policy, chiusure improvvise e problemi tecnici che possono rendere i giochi inaccessibili o addirittura cancellati. Questo significa che i giochi acquistati digitalmente potrebbero scomparire per sempre, privando le future generazioni della possibilità di scoprire e apprezzare il patrimonio videoludico del passato. Emblematico in tal senso è il caso di P. T.*, il teaser giocabile del videogioco *Silent Hills rimosso da PlayStation Store a seguito della cancellazione del progetto. I giocatori che avevano scaricato P. T. prima della rimozione possono ancora giocarci, ma il gioco non è più disponibile per il download, rendendolo di fatto un’esclusiva per un ristretto gruppo di persone.
I nostri consigli
In conclusione, la decisione di Ubisoft di distribuire Star Wars Outlaws tramite key card rappresenta un punto di svolta nel panorama videoludico, aprendo un dibattito complesso e articolato sul futuro del supporto fisico, sull’impatto ambientale e sui diritti dei consumatori. In questo contesto, è importante che i giocatori siano consapevoli delle implicazioni delle proprie scelte e che si informino sulle diverse opzioni disponibili. Per i gamer occasionali, un consiglio utile è quello di valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi dell’acquisto digitale rispetto a quello fisico, tenendo conto delle proprie abitudini di gioco e delle proprie priorità. Ad esempio, se si tende a giocare a un numero limitato di titoli e si desidera conservarli nel tempo, l’acquisto fisico potrebbe essere la scelta migliore. D’altra parte, se si preferisce avere accesso a un vasto catalogo di giochi a un prezzo contenuto e non si è particolarmente interessati al collezionismo, l’abbonamento a un servizio come Xbox Game Pass potrebbe essere un’opzione più interessante. Per i gamer esperti, un consiglio è quello di supportare le iniziative di preservazione dei videogiochi, donando a organizzazioni come la Software Preservation Network o partecipando a progetti di digitalizzazione e archiviazione dei giochi del passato. In questo modo, si può contribuire a garantire che il patrimonio videoludico sia accessibile anche alle future generazioni. Il futuro del gaming è nelle nostre mani e dipende dalle scelte che facciamo oggi.